Fiori rosa e fiori cobalto
“Un
giardino alla memoria”
Mi
trovo a far parte di un gruppo culturale (Polesine 1945) che fa ricerca su eventi delle due guerre che hanno
caratterizzato la storia del secolo scorso.
Il presidente ha organizzato un’escursione sul monte Ortigara, sede di
una delle più atroci ed eroiche battaglie della prima guerra mondiale. Tra il
10 e il 25 giugno del 1917 – quindici giorni che videro sull’altopiano di Asiago consumarsi una delle pagine più tragiche e
nello stesso tempo più eroiche della storia della nostra Italia. Giorni dove
l’esercito italiano e quello austriaco si fronteggiarono su poche centinaia di
metri di sassi, per il possesso della vetta del monte Ortigara. Il monte si
trova nelle Alpi in provincia di Vicenza, sull’altipiano di Asiago, confine tra
Veneto e Trentino-Alto Adige. L’altitudine
è di 2105 metri. Per farvi immaginare quanto aspra e dura sia stata quella
battaglia, vi faccio presente che la vetta del monte Ortigara, prima, era più
alta di ben 8 metri. Il nostro esercito perse ben 12.633 giovani ragazzi. 5.969
solo nella fase finale del violento combattimento il 25 giugno 1917. "Tra una babele di ordini la battaglia dell'Ortigara era perduta".
L’escursione
inizia dal piazzale Lozze, dove abbiamo parcheggiato le macchine, percorrendo
da Campomulo un tratto di strada d’asfalto ed un bel pezzo di strada a forma di
gruviera “ schivi una buca e ne prendi tre”. Dopo la “vestizione” si parte. Si percorre un
breve tratto in salita si arriva al punto di partenza di tutti i sentieri. Una chiesetta che raccoglie i resti di tanti
soldati e fa comprendere quanto ardua sia la conquista della pace. Lì troviamo
una scolaresca di 36 ragazzini accompagnati da guide, ci accodiamo anche noi, si percorre
un breve tratto comune, si ascolta e si acquisiscono nuove notizie: “Durante
gli assalti i soldati erano spinti fuori dalle trincee. Terminato
l’assalto chi restava ferito rimaneva a
terra fino al sopraggiungere dell’oscurità, solo allora i portaferiti
barellieri uscivano in cerca dei feriti per riportali in trincea, districandosi
tra i morti e seguendo i lamenti dei feriti. La stessa cosa valeva sia per la
sponda italiana che per quella austriaca, qualche volta, i portaferiti si
saranno anche incrociati e ignorati pensando ognuno ai propri compagni da
riportare alle cure dei medici-chirurghi. Tra questi feriti un mio avo, (Malagò Clemente di Ferdinando nato a
Formignana il 29 marzo del 1891) morto a Ferrara il 23
ottobre del 1917 per le ferite riportare”.
Meravigliosi panorami si presentano oggi alla
vista, la testa non fa che girare intorno per ammirare pini ed abeti alti e
ritti, poi mentre si sale verso al vetta, luogo della battaglia, si
intravvedono cespugli di fiori di azzurro cobalto, altri piccoli ma fitti
fiorellini rosa come: “un giardino alla memoria”. Il sole, a tratti picchia
forte mentre l’aria è fresca e frizzante. Quando il sole scompare tra le nubi ci
si copre perché fa freddo. Lo zaino sulle spalle, con i viveri e l’abbondante
acqua, ti copre la schiena che suda. Il bastone indispensabile ti aiuta a
superare le asperità, e ad indicare agli amici di passeggiata, quale sentiero
prendere. La salita è abbastanza agevole, mentre la discesa un po’ meno.
Bisogna tenersi ad una corda d’acciaio e passare chinati entro grotte umide. Si
ammira la vallata sottostante, bella e fiorente, con le sue piccole casette, di
fronte un monte più alto che mostra orgoglioso la sua ripida parete. Ora la
valle è erbosa e si scorgono tane di marmotte, ne intravediamo una molto grossa
che prende il sole, e si lascia fotografare come una star. Alcune donne
raccolgono piccole pigne per profumare la grappa. Il cielo si copre di nuvole e
una sottilissima pioggerellina ci obbliga a raggiungere in fretta l’auto. Una
piccola sosta al bar di Campomulo e si parte per la via del ritorno con il
ricordo di una bella gita in montagna e in testa un paio di domande alle quali
non so dare risposta.
Quei sacrifici di tanti ragazzi erano
necessari? .
Quei valori di patria sono ancora validi?
Quei valori di patria sono ancora validi?
Una
pagina importante per la storia del nostro paese, una pagina indelebile che
deve essere conosciuta; una gita raccomandata. FerMala