Primi giorni di aprile di qualche anno fa .... quand'ero apicoltore.
"La regina con le 13 ancelle ... le indicano la cella dove deve posare l'uovo".
"La regina con le 13 ancelle ... le indicano la cella dove deve posare l'uovo".
Incredibile!
è bastato un raggio di sole, in questo rigido inverno 2012, per vedere ancora
una volta le api uscire dall’arnia. Attive attorno all’alveare per le normali
pulizie. Incredibilmente si vedono api
tornare all’alveare con le cestelle piene di polline, ma dove saranno andate a
prenderlo? Quello di febbraio è il mese per la stimolazione dell’alveare, ma
attenti, apicoltori,le previsioni sono per un marzo ancora molto freddo.
Le api sono insetti che si adattano molto alla temperatura dell’ambiente. Loro non sentono la differenza tra il caldo e il freddo. Escursioni di temperature che vanno da più 50° a più 10° non le mettono in difficoltà. Resta inteso che favorisco temperature miti a quelle rigide.
Sembra incredibile come riescano a mantenere all’interno della loro casetta temperature costanti attorno ai 35° in qualsiasi stagione. Con il propoli chiudono ermeticamente tutti i fori del tetto così che il calore prodotto non si disperda. Le api, al sopraggiungere del freddo si riuniscono al centro dell’arnia e formando il glomere: una palla di api disposta su tutte e due le parti dei telaino, dall’alto verso il basso occupando lo spazio rivolto a sud-est dove, eventuali raggi di sole invernale possano portare un po’ di tepore. Il calore viene prodotto dal loro movimento e continuo scambiarsi di posto dall’esterno all’interno del glomere. Temperature troppo fredde fanno morire le api, non di freddo ma di fame, perché non riescono a nutrirsi anche se nell’alveare abbonda il miele.
Gli apicoltori non fanno visite invernali per mantenere ben chiusa l’arnia .
Le api sono insetti che si adattano molto alla temperatura dell’ambiente. Loro non sentono la differenza tra il caldo e il freddo. Escursioni di temperature che vanno da più 50° a più 10° non le mettono in difficoltà. Resta inteso che favorisco temperature miti a quelle rigide.
Sembra incredibile come riescano a mantenere all’interno della loro casetta temperature costanti attorno ai 35° in qualsiasi stagione. Con il propoli chiudono ermeticamente tutti i fori del tetto così che il calore prodotto non si disperda. Le api, al sopraggiungere del freddo si riuniscono al centro dell’arnia e formando il glomere: una palla di api disposta su tutte e due le parti dei telaino, dall’alto verso il basso occupando lo spazio rivolto a sud-est dove, eventuali raggi di sole invernale possano portare un po’ di tepore. Il calore viene prodotto dal loro movimento e continuo scambiarsi di posto dall’esterno all’interno del glomere. Temperature troppo fredde fanno morire le api, non di freddo ma di fame, perché non riescono a nutrirsi anche se nell’alveare abbonda il miele.
Gli apicoltori non fanno visite invernali per mantenere ben chiusa l’arnia .
P.S. Ho un
paio di amici che continuano la nobile arte dell’apicoltura, ho chiesto di inserire
una sonda termica, appena sotto il coperchio dell’arnia, per verificare le
temperature estiva e invernale.
E’ una mia curiosità, se chi mi legge lo ha fatto, sarei curioso di conoscerne i risultati. Grazie.
E’ una mia curiosità, se chi mi legge lo ha fatto, sarei curioso di conoscerne i risultati. Grazie.
Non ho mai avuto questa passione per l'apicultura deve essere veramente affascinante suguire il corso della produzione del miele.
RispondiEliminaGrazie di aver condiviso tutto questo.
Buona domenica caro Fernando.
Tomaso